L’Abbazia di San Rabano fu edificata intorno
all’anno 1000 con il nome di Santa Maria in Monte Alborense.
La sua fondazione apre la storia di Alberese fino alla costruzione del palazzo fortificato del paese omonimo da parte di Beuccio dei Capacci, priore dell’Ordine dei Gerosolimitani.
Dopo il 1000 l’Abbazia fu trasformata in fortilizio, chiuso da mura e munito di torri di avvistamento. Per la sua funzione e per la sua posizione strategica, fu trasformata dai monaci in un grande insediamento che raggiunse la fase massima del suo splendore nella seconda metà del XII secolo. La crisi dell’ordine benedettino a partire dal 1200 fu fatale per Santa Maria Alborense che intorno al 1307 passò all’ordine dei Cavalieri di Gerusalemme che ne rimasero proprietari fino al loro scioglimento.
La decadenza di Santa Maria in Monte Alborense inizia a metà del XV secolo, quando lo stato senese fece distruggere gran parte del monastero, ritenuto rifugio di ribelli e fuoriusciti. L’abbandono definitivo risale alla metà del secolo successivo, quando divenne il luogo prescelto da un eremita, il Rabano poi beatificato da cui poi prese il nome.
Fino a qualche anno fa erano visibili solo la torre, una parte delle mura, l’abside e la torre quadrata adiacente al complesso. Il resto giaceva sotto una collina di terra.
Il restauro ha riportato alla luce la pianta originaria della costruzione, evidenziandone i magazzini, i forni, l’impianto di canalizzazione dell’acqua, il perimetro del chiostro, pelican casino.
Questo lavoro è stato reso possibile grazie alla collaborazione tra il Ministero dei Beni Culturali e la Regione, titolare dell’intero patrimonio demaniale ubicato sul territorio della Tenuta di Alberese, tra cui San Rabano: il restauro definitivo, in corso, è stato reso possibile con il finanziamento dell’Accordo Stato-Regione Toscana per il recupero dei Beni Culturali.
Il monastero è attualmente oggetto di studi da parte della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Ambientali di Siena e Grosseto.